Amorfo

parte 2

 
Dopo chilometri di fogli da firmare ed alberi abbattuti avrei dovuto aspettare tesserino, magliettina griffata Biennale e più importante le mansioni. Incrociavo le dita che mi mettessero a guidare la macchina (tipo quella dei campi da golf) o al massimo mi mettessero in qualche padiglione a far la guardia sala.
Due giorni prima vado all’agenzia interinale firmo tutto… Ops! Manca il contratto effettivo.
Il giorno prima di iniziare ci convocano alle 10 del mattino per queste ultime sciochezze. Una 70ina di persone ammucchiate attorno ad un uomo sotto un albero. L’uomo con il potere di darti il tesserino ed il badge urlava e cercava di tenere ordine. “Quelli Arsenale di là per piacere!”

Nessuno si muoveva, chiaramente.

Ho capito quasi nulla se non che io le mie cose le avevo, che la maglietta ce la dovevamo sognare, che ero assegnata ai Giardini e che finalmente averi firmato il contratto.
Firmo, firmano gl’altri che avevo visto il giorno prima. Con noi un personaggio con occhiali da sole specchiati, sul biondiccio che non parlava mai. Arriva la responsabile di non so cosa che ci avrebbe detto la nostra mansione finalmente. Era una presenza deliziosa. La responsabile di noi stronzi era: piena, su tacchi a spillo e isterica. Perfetto!!

Ero assegnata a quello che chiamava “navetta”. Per timore non ho chiesto ma ho aspettato che dicesse il mio nome e mi chiedesse: “Sai cos’è?” e cercando di non guardarla negl’occhi risposi di no. “La navetta è un servizio.. bla…bla…bla… In due state lì all’imbarcadero e ogni mezz’ora guardate e controllate i pass di quelli che vogliono salire sulla navetta! …bla… bla…”
Mi ero detta: “Ok, necessito di qualcosa da leggere perché mi annoierò molto!”
Quando ha detto il nome del collega io ormai mi ero distratta, solo dopo ho capito che era esattamente il ragazzo con gl’occhiali da sole specchiati.

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