Milano

parte 1

 

Marta si era trasferita in casa di sua zia per cercar lavoro a Milano. La cosa non è andata come sperava e ho deciso di andarla a trovare cercando di tirarla un po su di morale. I primi giorni siamo restate a farci delle grandi passeggiate per il centro, era il periodo natalizio, era tutto illuminato. Una sera abbiamo incontrato degli amici che studiavano lì, abbiamo cenato da loro e poi siamo andati in locale a caso dove qualcuno suonava e dove era molto facile rubare delle bottiglie di alcolici dal bar. Il giorno ci siam svegliate con pochissimi ricordi. Grandi dubbi su in che posto siamo andate, chi suonava e come siamo tornate a casa, ma a quanto sembrava ce l’avevamo fatta. Qualche giorno dopo Marta riceve una chiamata da un suo amico che ci invitava per una cena, le ha detto non è casa mia non fatevi problemi. Lei mi spiega chi era, l’avevo già conosciuto al Miami era il bassista dei Tre Allegri Ragazzi Morti.

Ci prepariamo, beviamo qualcosa ed usciamo prendiamo il tram stracolmo e sbagliamo fermata. Enrico passo per passo ci spiega dove dovevamo andare, non eravamo pratiche dei mezzi pubblici. Ci siamo fermate davanti ad un palazzo, Enrico ci ha detto aspettate un attimo che vi apro. Abbiamo subito notato un campanello enorme, rispetto gli altri, con scritto “The Magic”. Ci siam messe a ridere non poco, sapevamo che sarebbe stato la casa dove dovevamo entrare noi. Entriamo prendiamo l’ascensore e al quinto piano c’era lo stessa scritta, non c’era possibilità di sbagliare.

Il padrone di casa ci accoglie alla porta con un frustino in mano. Ci dice “Mi dovete frustare con questo è una tradizione della casa, ma non fatemi troppo male”. Anche lui era una faccia conosciuta come in realtà tutti i personaggi che erano all’interno, tutti componenti di band italiane più o meno famose. “Che disagio”, sussurro a Marta e lei annuisce con occhi spalancati. Facciamo ciò che dovevamo per poter entrare in quella casa.

Dentro quella casa c’era un porcile di strumenti e oggetti messi un po a caso. Roberto, il proprietario, ci spiega che sì la casa è sua ma non si ricorda neanche più quante copie esistono delle chiavi. Offre ospitalità un po a tutti i musicisti o persone che conosce quando si trovano a Milano e non sanno andare ed ognuno di loro ha una copia. “Ma te ci vivi mai qua?”, gli chiesi. “Praticamente mai, ma ci vivono loro” indicando le fruste. “Me le ha regalate Agnelli quando ho inaugurato la casa, non so perché me le ha regalate. Alla fine l’inaugurazione tra amici è diventato un party-fetish”. Io e Marta speravamo di non essere coinvolte in niente del genere.

Enrico ci dice che in realtà non sarà una cena ma una bevuta a caso. Avevano fatto scorta di un bel po di bottiglie che occupavano metà della cucina. Noi eravamo state ingannate, ma ormai eravamo lì e c’era anche dell’alcool gratis. In realtà tutti i personaggi che c’erano era parecchio più ubriachi di noi.

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